La
respirazione
è
uno
di
quegli
argomenti
che
nella
tecnica
di
tiro
con
l'arco,
sia
durante
i
corsi
base
che
nella
pratica
agonistica, vengono lasciati al caso.
Che
si
debba
respirare
per
vivere
lo
sappiamo
tutti,
ma
quanto
dobbiamo
riempire
d'aria
i
polmoni
non
lo
sappiamo
con
sicurezza.
Durante
la
"visita
agonistica"
la
prova
viene
effettuata
espellendo
l'aria
incamerata
e
ottenendo
come
risultato
il
numero di litri d'aria che i nostri polmoni sono riusciti a trattenere in quel momento.
Questo
parametro
vitale
cambia
da
individuo
a
individuo,
a
causa
dell'età,
delle
varie
patologie,
della
fisiologia
personale
e
della
preparazione fisica.
L'allenamento
,
in
linea
generale,
richiede
maggior
un
dispendio
di
ossigeno,
per
alimentare
i
muscoli
in
movimento
e
il
cervello
che
li
dirige,
difficilmente
nel
tiro
con
l'arco
si
ha
bisogno
di
una
capacità
polmonare
da
palombaro,
ma
avere
delle
buone
riserve
aiuta.
Parte
della
sequenza
di
tiro
si
effettua
in
apnea
e
succede
di
doverla
ripetere
6
volte
nel
giro
di
3,5
minuti,
per una durata di circa 8-10 secondi per volta e un totale di apnea di 50-60 secondi.
Il
rapporto
è
subito
fatto:
su
3,5
minuti
(pari
a
210
secondi)
50-60
li
passiamo
non
respirando
e
con
la
centrale
di
controllo,
il
cervello,
che
consuma
parecchio
per
permetterci
di
essere
vigili
e
svegli.
Ne
consegue
che
circa
un
terzo
del
tempo
di
permanenza in piazzola lo passiamo senza incamerare ossigeno.
Sicuramente
non
bisogna
essere
dei
super
atleti
per
sopportare
questa
"performance",
ma
pensiamo
a
cosa
succede
quando
siamo sotto stress :
•
il respiro è corto e più frequente.
•
i muscoli si induriscono, ci irrigidiamo.
•
il nostro corpo si prepara alla fuga dalla situazione di stress.
•
il cervello sposta il lavoro semi cosciente necessaria al tiro, verso quella cosciente.
...e qui cominciano i guai !!.
Mettere in corpo più ossigeno diventa una necessità, ed è possibile farlo solo imparando a respirare meglio.
Ci sono principalmente
due modi di respirare, quello toracico e quello addominale
.
Le
donne
iniziano
la
respirazione
espandendo
per
prima
la
cassa
toracica:
questa
procedura
si
pensa
che
derivi
dalla
necessità
di
non
comprimere
un
eventuale
pargoletto
in
arrivo.
Gli
uomini,
invece,
iniziano
a
respirare
dall'addome
e
poi,
molto
debolmente, proseguono con il torace.
Per
migliorare
l'ossigenazione
puoi
partire
cercando
di
riempire
di
più
i
polmoni,
concentrandoti
nell'espansione
più
ampia
della
cassa
toracica
e
dell'addome,
con
una
sequenza
calma
e
profonda.
Espelli
poi,
l'aria
dal
naso
e
subito
dopo,
senza
fermarti,
ricomincia con addome e torace.
respirazione circolare:
. Attenzione all'iperventilazione!
C'è poi la respirazione con tecnica "yoga" che alterna dei momenti di espansione con delle pause in apnea.
Qualunque
sia
il
sistema
da
te
scelto,
devi
provare
ad
incamerare
più
ossigeno
del
normale
ed
imparare
a
gestire
la
procedura
-
anche
in
gara
-
con
movimenti
respiratori lenti e cadenzati, in grado di trasmetterti, proprio perchè ritmici, la calma necessaria per affrontare la volée.
Ai
miei
allievi
insegno
che
i
tempi
di
tiro
devono
essere
scanditi
dal
battito
cardiaco
e
raccomando
loro
di
imparare
ad
ascoltarlo
perchè
è
funzione
della
buona
ossigenazione del sangue, di un respiro regolare e di una tensione agonistica controllata.
Regolare
il
respiro
significa
giungere
a
una
respirazione
priva
di
un
controllo
consapevole
;
nelle
arti
orientali
sono
diversi
i
tipi
di
respirazione,
ma
principalmente
se ne possono descrivere tre: la
respirazione con le narici
, la
respirazione con la bocca
e le narici
e la
respirazione addominale
.
·
•
Nella
respirazione
con
le
narici
la
bocca
è
chiusa
e
sia
l’inspirazione
che
l’espirazione
avvengono
attraverso
il
naso.
Si
ricorre
in
genere
a
questa
tecnica
quando si ha l’obiettivo di calmare la mente. È una respirazione docile e lenta.
•
·Nella
respirazione
con
le
narici
e
la
bocca
,
la
bocca
rimane
chiusa
durante
l’inspirazione
e
l’aria
entra
attraverso
il
naso,
mentre
nell’espirazione
esce
dalla
bocca.
Si
ricorre
a
questo
metodo
durante
il
rafforzamento
del
punto
situato
nel
ventre,
due
o
tre
centimetri
sotto
l'ombelico,
che
corrisponde
al
baricentro
del
corpo umano.
•
·La
respirazione
addominale
è
quella
più
profonda
e
l’intero
tronco
del
corpo
ne
è
coinvolto.
Essa
richiede
un’intensa
attività
del
diaframma.
Gli
organi
interni
devono,
inoltre,
essere
sufficientemente
flessibili
per
non
ostacolare
il
diaframma
quando
esercita
una
forte
pressione
per
spingere
l’aria
nell’addome.
Questa
forma
di
respirazione
dovrebbe
essere
naturale
e
non
richiedere
sforzo.
Nelle
fasi
iniziali,
il
praticante
può
focalizzare
il
movimento
del
respiro,
a
volte
contando le inspirazioni e le espirazioni, altre volte concentrandosi semplicemente su di esse.
Buon tiro...
MENTALE
la respirazione - preparazione mentale
Fontana Alessandro - Allenatore e Docente incaricato FITARCO